THE ROOM
Project: The Room
Typology: Concorso di progettazione - Avventure creative: sedersi in giardino - Festival del Verde e del Paesaggio
Site: Auditorium Parco della Musica, Roma
Year: 2013
Result: Progetto selezionato
Progress: Realizzato
Designer: La Macchina Studio
Consultant: Riccardo Santoro, biologo ambientale
Link: The room - video
Seduto così, a gambe incrociate. Semplicemente.
- Proverbio Zen -
Il progetto pensato per il concorso “Avventure creative: sedersi in giardino” trae ispirazione dal rito giapponese della cerimonia del the.
Un cilindro cavo, costruito con scarti vegetali accoglie il visitatore in un luogo intimo e raccolto, dove le pareti, costituite da fasci di rami secchi posti gli uni sugli altri, non presentano aperture, eccetto la stretta soglia di passaggio.
A terra un tappeto di corteccia di pino su cui vengono adagiati alcuni cuscini invita i visitatori a sedersi.
Secondo il rituale giapponese, la cerimonia del the si svolge in una stanza appartata della casa o, più spesso, in un padiglione apposito, solitamente collocato all’interno di un giardino, in perfetta armonia con esso.
Il forte contenuto spirituale della cerimonia giustifica l’isolamento della stanza dall’abitazione, al fine di allentare le ansie e le preoccupazioni della vita quotidiana.
La componente meditativa del rito necessita di un luogo spoglio ed essenziale dove il vuoto spaziale rappresenta l’aspirazione al raggiungimento della vacuità da parte del praticante, quindi il distacco dai fenomeni della realtà sensibile per la comprensione della Realtà assoluta.
La figura generatrice dell’opera è il cerchio che nel pensiero buddhista rappresenta l’universo (ensō), il fondamento di tutti gli esseri, simbolo di totalità.
Lo spazio interno misura circa 3 metri quadri ed è delimitato da una parete alta 2 m interamente costruita con scarti agricoli; infatti i fastelli sono composti da polloni radicali: ramificazioni che crescono alla base del tronco di alcune piante come l’ulivo e il nocciolo e che in agricoltura vengono recisi al fine di migliorare le prestazioni dell’albero.
Ciascuna fascina misura circa 80 cm di lunghezza per un diametro variabile tra i 15 e i 20 cm per garantire facilità di trasporto e maneggevolezza.
Una volta confezionati, i fasci vengono trasportati e apparecchiati l’uno sull’altro direttamente in situ e legati tra loro per garantire la stabilità del muro.
Al fine di ottenere un’immagine omogenea nei colori e nelle consistenze a terra viene gettato uno strato di 10 cm corteccia di pino su cui poggiano due o quattro cuscini posizionati attorno all’elemento centrale, il tyagama: il tradizionale bollitore di ferro giapponese, utilizzato per la cerimonia del the.
Lo spazio sembra abbracciare il visitatore che una volta entrato può mettere in pratica l’atto del “solo sedersi”.
L’opera è da interpretare come un cerchio protettivo che evita la dispersione e tiene lontane le preoccupazioni e anche come un recinto sacro della personalità più intima dove però perseguire finalità creative per dare espressione e forma a qualcosa di nuovo e di unico.