TRIONFALE 17
Project: Unbuilt Rome
Typology: Exhibition, CAMPO
Site: Rome (IT)
Year: 2017
Designer: La Macchina Studio
Link: CAMPO
In 1920, to cope with the housing slump due to the war, a Royal decree has been issued amending the building regulations of 1912 where the art. 1 provides that on areas intended for expansion by the Town planning scheme, some medium intensity buildings could be built instead of the preset smaller ones.
Starting from the mid-1920s large high intensity housing complex are built for middle and working class employees of the public service, located in outer suburban areas of the city. It is the beginning of the second great expansion of Rome.
The project for the housing complex "Trionfale Nuovo" of 1929 follows other projects carried out by Innocenzo Sabbatini at Trionfale between 1919 and 1927 and it will be his last project for the ICP (Istituto case popolari).
It is a huge building, where one understands how the will is to return to a complex urban image.
The articulation of the masses defines the expressiveness of the building and determines a spaces hierarchy. The lines are broken to create private, semiprivate and public areas; the volumes are dug in the arcades and loggias, popping out at the stairwells and bow windows, drawing back to illuminate terraces. The result is a city built over the time, varied and rich figuratively.
The building transcends from the 19th century block logic, being a different relationship with the city.
Sabbatini designs the whole complex starting from Y-shaped building type, already used for other housing projects, with the vertical distribution placed at the intersection of the arms which allows an extremely free and easily combinable spaces articulation.
The building is not defined by the parcel, instead it redraws the outlines, it exceeds the boundaries. It is already an independent city, uses the city's languages and its shapes, inside it welcomes paths, streets, living places, public and private gardens, fountains. We have imagined a different growth for Rome, a building-city extending on a virgin territory, before the planning and the following changes, prior to utopias of imaginary cities, before New Babylon. Maybe able to save us all.
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Nel 1920, per fronteggiare la crisi abitativa dovuta alla guerra, viene emanato un Regio Decreto di modifica del Regolamento edilizio del 1912 che all’art. 1 stabilisce che sulle aree destinate ad ampliamento da Piano regolatore potranno costruirsi delle palazzine in luogo dei villini prestabiliti.
A partire dalla metà degli anni venti alle palazzine si sostituiscono i grandi intensivi per la media e piccola borghesia dell’impiego pubblico, collocati in zone semiperiferiche della città. È l’inizio della seconda grande espansione di Roma.
Il progetto per il complesso di abitazioni “Trionfale Nuovo” del 1929 segue ad altri progetti realizzati da Innocenzo Sabbatini al Trionfale tra il 1919 e il 1927 e sarà il suo ultimo progetto per l’Istituto case popolari.
Si tratta di un edificio enorme, dove si capisce come la volontà sia quella di restituire un'immagine urbana complessa.
L’articolazione delle masse definisce l’espressività dell’edificio e ne determina le gerarchie spaziali. Le linee si spezzano per creare ambiti privati, semiprivati e pubblici, i volumi si scavano nei portici e nei loggiati, avanzano in corrispondenza dei corpi scala e dei bow-windows, arretrano per illuminare le terrazze. L'effetto è quello di una città costruita nel tempo, figurativamente varia e ricca.
L'edificio trascende la logica dell'isolato ottocentesco, ponendosi diversamente nel rapporto con la città.
Sabbatini progetta l’intero complesso a partire dal tipo edilizio ad Y, già utilizzato per altre palazzine popolari, con il distributivo verticale collocato al vertice dei bracci che permette un’articolazione spaziale estremamente libera e facilmente aggregabile.
L’edificio non è definito dal lotto, al contrario ne ridisegna i contorni, ne eccede i confini. Esso è già città, si serve dei linguaggi della città e ne utilizza le forme, al suo interno accoglie percorsi, strade, luoghi dello stare, giardini pubblici e privati, fontane. Abbiamo immaginato una diversa crescita per Roma, un edificio-città che avanza su un territorio vergine, prima delle pianificazioni e delle deroghe, prima delle zonizzazioni, prima delle utopie delle città immaginarie, prima di New Babylon. Capace forse di salvarci tutti.